Titolo: Codice Lumière
Autore: Sergio Fanucci
Collana: TimeCrime
Ciclo: Trilogia dei Codici
Anno: 2018
Marchio editoriale: Fanucci Editore
Snossi
In una New York prossima ai festeggiamenti del giorno dell’Indipendenza, l’avvocato Elisabeth Scorsese si prepara a trascorrerlo da sola. Suo padre si è ritirato in una zona isolata nel Vermont mentre sua madre è ancora data per dispersa. Ogni cosa sembra giocarle contro fino a quando non riceve una visita del tutto inaspettata: un nuovo cliente, Philip Delany, vuole che lo rappresenti in una causa contro la Nasa per un brevetto di recupero dei satelliti in disuso nello spazio. Ma la festa della Grande Mela si tinge di nero: un noto ingegnere viene trovato morto nel suo albergo a Times Square, e Peter Makarov, della squadra omicidi di North Manhattan, comincia a indagare. L’uomo lavorava per l’agenzia spaziale ed era molto legato a Philip Delany grazie alla vendita di un algoritmo sorgente. E tutto questo mentre una notte, a Parigi, scompare la scienziata Debbie McRoland, a capo di un progetto in grado di cambiare il destino del mondo. Cosa li unisce di così dannatamente pericoloso? In un susseguirsi di eventi apparentemente slegati tra loro, Peter Makarov ed Elisabeth Scorsese torneranno a incontrarsi e questa volta sarà per scoprire la verità di un complotto che sembra travalicare il tempo e lo spazio, dove il potere non conosce limiti né teme di essere svelato.
L’attesa conclusione di una trilogia che tiene incollato il lettore fin dalle prime pagine: la rivelazione finale, che sorprenderà per la sua audacia e imprevedibilità, fa di Codice Lumière un intreccio di azione, suspense, mistero e sentimento, dove ciò che sembra inutile cambia le regole del gioco.
La mia tappa del blog è l'ambientazione ed ho pensato di mostrarvi alcuni dei posti citati con qualche estratto...spero vi piaccia e buon viaggio in questo entusiasmante thriller.
Venezia
Venezia, 19 dicembre 2001 Il treno entrava nella stazione di Santa Lucia con la giusta velocità, ma Andrea, se avesse potuto, lo avrebbe spinto ad accelerare. Era eccitato e mille emozioni lo pervadevano. Finalmente la rivedeva e poteva condividere con lei il successo appena raggiunto, oltre che l’amore che sentiva forte. Debbie, la sua fidanzata americana, era lì ad attenderlo, proprio in fondo al binario. Un sms arrivò in quell’i-stante: ‘Tra poco ti vedo, amore mio’, e lo fece sorridere. Ce l’avevano fatta e quella sera avrebbe festeggiato in un piccolo ristorante dietro piazza San Marco. Andrea avrebbe ordinato un riso venere al curry con gamberi sgusciati e lei del baccalà alla veneziana, i loro piatti pre-feriti. E la signora Marta, la padrona del ‘Pietro Panizzolo’, avrebbe abbondato le dosi riconoscendoli come clienti abituali. Era ancora indeciso sulla bottiglia da stappare per celebrare il loro successo, un ottimo rosso d’annata o un Prosecco doc.
New York
New York 17 anni dopo
Sembrava che il vento, tanto era forte, avesse deciso di spazzare via anche gli ultimi nuvoloni che minacciavano la settimana della festa dell’Indipendenza. Quest’anno cadeva di mercoledì e per ogni ame-ricano era un’occasione da non perdere: cinque giorni per celebrare il giorno più importante per gli Stati Uniti d’America. La Grande Mela si apprestava a essere invasa da turisti disposti a spendere oltre che divertirsi e il tempo prometteva finalmente sole. Una situazione che i newyorkesi avrebbero vissuto godendosi la città. Ma non per tutti sarebbe andata in quel modo. Nel suo ufficio al diciannovesimo piano del grattacielo al 1230 di Avenue of the Americas, Elisabeth Scorsese guardò fuori la finestra per l’ennesima volta domandandosi cosa avrebbe dovuto fare. Erano ormai sei mesi che non aveva più notizie di suo padre e la preoccu-pazione iniziale si era trasformata in rassegnazione. Sapeva bene che se gli fosse successo qualcosa l’avrebbero sicuramente informata, ma questo non era sufficiente.
New York il loro locale preferito
Senza nessun motivo in particolare, non aveva neanche nulla da festeggiare, ma per la prima volta si sentiva di nuovo rilassata e con la mente libera. Respirò a fondo e poi decise di afferrare la maniglia per tirare a sé la porta del Breaking Night, il loro locale preferito. Come il fresco interno la investì, il suo sorriso si trasformò in una risata che a stento riuscì a trattenere. Il tempo passa ma molte cose restano immutate.«Non posso crederci, la mia cliente più bella è tornata all’ovile.» Miguel, il proprietario del locale, sfoderò la sua dentatura di cui andava fiero e si avvicinò quasi ancheggiando. Un perfetto idiota, ma la cucina e i vini che serviva erano sublimi. E poi era come sentirsi a casa.«Piantala, stai attirando l’attenzione di chi è già qui e sai che odio...» Un applauso solitario la fece interrompere. Si girò seguendo il ritmo delle mani e si fermò sul viso dell’amica.Reclinò la testa da un lato all’altro come a voler giocare con sé stessa e solo a quel punto si avvicinò a Lara Donovan, concedendo a Miguel un gesto d’affetto. Alla fine gli era affezionata.«Se non fosse stato per il mio intervento, ti si sarebbe steso ad-dosso.»«Ma cosa dici, non ha mai manifestato di avere un interesse per me.»Si sedette dopo averle baciato le guance. L’amica la imitò.«Elisabeth, devo ancora conoscere uno in grado di resisterti.
New Jersey fiume Hudson
Times Square
Times Square, due davanti a quella principale sulla Quarantatre-esima strada all’angolo dell’8th Avenue e una invece sostava sulla Quarantaduesima strada, proprio di fronte al multisala Regal. In pochi conoscevano quell’indirizzo perché di fatto non era una vera e propria entrata ma piuttosto un accesso secondario, spesso chiuso da una piccola porta a vetri che dava direttamente nella hall al primo piano dal lato del concierge. Peter Makarov decise di usare quell’in-gresso, un po’ per non farsi notare dai colleghi e poi perché voleva valutare una possibilità di fuga per un killer... sempre se fosse stato confermato l’omicidio...
Parigi
«Questa notte a Parigi, esattamente alle nostre 17.35, la dottoressa Debbie McRoland è stata rapita da due presunte guardie del corpo degli Interni sotto gli occhi del ministro. Il nome non le dirà nulla, ma la nostra scienziata è a capo di un progetto che riguarda il recupero di satelliti non più funzionanti e ancora in orbita.»
Paese che confina con Francia, Italia e Svizzera
Il paese era incantevole. Chiuso tra le due catene di montagne che univano tre Stati, la Francia, l’Italia e la Svizzera, era una meta per turisti sia d’inverno che d’estate. In quel periodo dell’anno non erano molti i visitatori. Il ghiacciaio Du Midi si stava sciogliendo, il fiume Arve che lo attraversava era alto e scorreva impetuoso, e la vegetazione dai mille colori donava al tutto un qualcosa di magico, come se la vita si fosse risvegliata da un lungo letargo. I ristoranti e i negozi di lusso facevano da cornice a un misto di palazzine stile Art Nouveau e a tante villette sparse nei boschi subito fuori dal centro. E-rano poche le persone che potevano godersi tanta pace e silenzio, ma quella coppia non dava certo nell’occhio. Camminavano vicini e ogni tanto si fermavano a guardare una vetrina, con la loro busta piena di prelibatezze del Refuge Payot oppure del negozio di abbigliamento Snells Sport...
Monte Bianco
Purtroppo il periodo coincideva con le ferie di molti italiani o francesi e quindi il traffico del tunnel del Monte Bianco non poteva essere rallentato ulteriormente. Avrebbe contribuito a creare tensioni tra gli automobilisti in coda per attraversarlo e quello che volevano evitare, era il caos. «Maledizione,» urlò sbattendo un pugno sul tavolo. La sua rabbia era palese, l’impotenza lo schiacciava più di ogni cosa. Si accorse che il potere che esercitava non serviva a nulla.
Vi lascio i banner con le tappe delle altre blogger
Parigi
«Questa notte a Parigi, esattamente alle nostre 17.35, la dottoressa Debbie McRoland è stata rapita da due presunte guardie del corpo degli Interni sotto gli occhi del ministro. Il nome non le dirà nulla, ma la nostra scienziata è a capo di un progetto che riguarda il recupero di satelliti non più funzionanti e ancora in orbita.»
Paese che confina con Francia, Italia e Svizzera
Il paese era incantevole. Chiuso tra le due catene di montagne che univano tre Stati, la Francia, l’Italia e la Svizzera, era una meta per turisti sia d’inverno che d’estate. In quel periodo dell’anno non erano molti i visitatori. Il ghiacciaio Du Midi si stava sciogliendo, il fiume Arve che lo attraversava era alto e scorreva impetuoso, e la vegetazione dai mille colori donava al tutto un qualcosa di magico, come se la vita si fosse risvegliata da un lungo letargo. I ristoranti e i negozi di lusso facevano da cornice a un misto di palazzine stile Art Nouveau e a tante villette sparse nei boschi subito fuori dal centro. E-rano poche le persone che potevano godersi tanta pace e silenzio, ma quella coppia non dava certo nell’occhio. Camminavano vicini e ogni tanto si fermavano a guardare una vetrina, con la loro busta piena di prelibatezze del Refuge Payot oppure del negozio di abbigliamento Snells Sport...
Monte Bianco
Purtroppo il periodo coincideva con le ferie di molti italiani o francesi e quindi il traffico del tunnel del Monte Bianco non poteva essere rallentato ulteriormente. Avrebbe contribuito a creare tensioni tra gli automobilisti in coda per attraversarlo e quello che volevano evitare, era il caos. «Maledizione,» urlò sbattendo un pugno sul tavolo. La sua rabbia era palese, l’impotenza lo schiacciava più di ogni cosa. Si accorse che il potere che esercitava non serviva a nulla.
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