venerdì 5 ottobre 2018

INTERVISTA: Alessandro Curti autore del libro "Siamo solo piatti spaiati"

Buongiorno readers, oggi torniamo con una nuova intervista e questa volta ospitiamo per una chiacchierata Alessandro Curti, autore del libro "Siamo solo piatti spaiati".





TRAMA: Davide conduce una normale adolescenza come tanti suoi coetanei: frequenta il liceo, si diverte con gli amici e discute con i genitori, fino a quando un evento non calcolato stravolge la sua vita e lo

trasporta in un mondo a lui sconosciuto. Qui incontra ragazzi molto diversi da lui e adulti di cui non si fida. Tranne Andrea, per il quale nutre una sorta di amore-odio, perché risveglia in lui riflessioni e pensieri che mai si sarebbe aspettato e che lo confondono e lo mettono in crisi. Il viaggio che intraprenderà lo cambierà in modo indelebile, restituendo al suo vecchio mondo un nuovo Davide, più consapevole di sé stesso e della realtà che lo circonda.

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INTERVISTA

1-Chi è Alessandro Curti “persona" e non autore?

Alessandro è un padre, educatore e scrittore. Purtroppo non sempre in quest’ordine. 
Sono una persona molto particolare a cui è difficile stare accanto perché il mio corpo e il mio cervello non si fermano mai, nemmeno quando dormo. Curioso e perennemente alla ricerca di nuovi stimoli per combattere il rischio di annoiarmi sono anche molto testardo e spocchioso. Non mi piace stare fermo né in un luogo né su un’idea e ho cercato di trasferire questa mia inquietudine sia nel lavoro che faccio sia nelle passioni. La mia professione è già di per sé molto movimentata e complessa e la affronto sempre con entusiasmo e voglia di fare, anche affrontando sfide che altri forse nemmeno prenderebbero in considerazione. Ma anche nella vita privata tendo a fare mille e mille cose insieme, per questo vado d’accordo con il mio editore: in due abbiamo duecento idee nuove al minuto e cerchiamo di concretizzarne quante più riusciamo.
Al netto di tutto questo ho anche qualche pregio: sono generoso e disponibile (a volte un po’ troppo, quindi questo potremmo metterlo nella colonna dei difetti perché “il troppo stroppia”).
In generale sono anche onesto, per questo non invidio chi sta al mio fianco in tutto quello che sono. Sinceramente se fossi in un altro non so quanto mi sopporterei.

IO: Direi che sei anche molto diretto e schietto...interessante!

2-Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?

La passione per la scrittura mi accompagna da sempre, fin da quando – credo in quarta elementare – ho scritto il primo tema “importante” della mia vita (anche se la mia compagna di classe sostiene che io le abbia fregato l’idea scrivendolo poi più veloce di lei, ma credo che questo sia un falso mito visto che non ne ho memoria). Millemila anni fa, durante l’adolescenza, il mio obiettivo era di fare il giornalista per raccontare al mondo storie. Poi la vita ha deciso per me (e io sono stato d’accordo con la vita in questa scelta) e ho deviato ma non ho mai mollato la scrittura che mi ha accompagnato anche nella professione di educatore. Poi un giorno ho metaforicamente ripreso la penna in mano e ho cominciato a scrivere un blog. Da lì alla pubblicazione di quattro romanzi il passo è stato molto breve.

IO: Hahaha visti i risultati direi che è un falso mito quello della compagna di banco alle elementari hahah, magari è lei ad aver copiato l'idea del tema da te.

3-Ci sono scrittori metodici e disciplinati ed autori istintivi che si fanno guidare dal momento. Quale dei due ti rispecchia maggiormente?

Il mio primo romanzo, Padri imperfetti, è stato scritto in quindici giorni in una vacanza al mare durante la quale dedicavo due ore al giorno alla scrittura. È una storia che avevo già in testa da tempo e l’ho scritta di getto, in modo molto emotivo. Questa metodologia mi aiuta ma sono consapevole che non è sufficiente e quindi sono cresciuto anche in questo: ora, pur continuando a scrivere di getto, ho imparato a fermarmi e riflettere, a limare e riscrivere, ad affinare e perfezionare. Ma il mio istinto è il motore principale e non posso fare a meno di assecondarlo.

IO: Secondo me è la maturità da scrittore che porta inevitabilmente ad essere anche un pochino metodico, dal mio punto di vista l'istinto totale è più da giovane autore emergente ed inesperto.

4-Hai un luogo specifico dove preferisci scrivere? Magari che ti ispira particolarmente.

Per scrivere mi bastano un computer, un tavolo, un paio di auricolari per la musica e niente altro. Qualsiasi tavolo va bene purché io possa estraniarmi con la musica. Generalmente in casa scrivo sul tavolo della cucina perché mi piace sentire la presenza fisica della mia famiglia qualche metro più in là.

IO: Questa cosa mi piace tantissimo e fidati è anche molto singolare, perchè la maggior parte degli autori preferiscono isolarsi anche dalla famiglia...mi piace molto la tua scelta!

5-Quali difficoltà hai riscontrato nella scrittura? Ti è mai capitato di avere il famoso “blocco dello scrittore"? Se si, come ne sei uscito?

La difficoltà più grande che trovo nella scrittura è la questione tempo: nella mia caotica vita trovare dei momenti di tranquillità per scrivere non è sempre semplice e il rischio è di perdere il filo perché, sebbene io abbia in mente il canovaccio principale della narrazione e mi faccia poi aiutare dai protagonisti a raccontare la loro storia, non devo mai perdere il flusso narrativo. Poi ci sono storie più semplici da raccontare e altre più complesse. Mai più sole è stato un romanzo in cui spesso mi sono “impantanato” perché non è semplice per un uomo scrivere delle emozioni che si provano durante la gravidanza e il parto. Nella stesura di questo romanzo non posso parlare di “blocco dello scrittore” ma certamente della necessità di momenti di pausa per osservare ciò che accadeva intorno a me e metterne ordine nella mia testa per scrivere al meglio. Anche Sette note per dirlo ha avuto un esordio complesso perché è un romanzo scritto a quattro mani basato sull’idea di un’altra persona: in questo caso prima di riuscire ad entrare nella narrazione ho dovuto fare mia l’idea di base della storia e limare il mio stile per fare in modo che andasse d’accordo con quello di Cinzia, la mia coautrice. Sono state due esperienze interessanti ma più faticose di Padri imperfetti e Siamo solo piatti spaiati.

6-Presentami brevemente "Siamo solo piatti spaiati".

Siamo solo piatti spaiati racconta di Davide, un adolescente “normale” con una vita “normale” che per un avvenimento che potrebbe capitare a chiunque si ritrova catapultato in un mondo che nemmeno sapesse esistere fatto di ragazzi molti diversi da lui e adulti di cui non si fida. In questo nuovo contesto, lontano dalla sua famiglia d’origine, dovrà necessariamente guardare il mondo con occhi differenti da quelli che ha sempre usato e inizierà il suo percorso di crescita accompagnato da Andrea, un adulto che non conosce e di cui non si fida. Ma per il quale, anche se non riesce a comprendere subito il perché, nutre un rispetto che non ha mai provato prima. Il viaggio che percorrerà in questo nuovo contesto, metafora del passaggio dall’adolescenze all’età adulta, sarà caratterizzato da molte emozioni che Davide imparerà ad affrontare e a gestire.

IO: Sembra molto interessante e non vedo l'ora di leggerlo, mi ha incuriosita particolarmente.

7-Quanto troviamo di te nel protagonista del libro? Ti rispecchia un pochino?

C’è sempre un po’ di me in ogni mio romanzo, di quello che sono o sono stato. In Siamo solo piatti spaiati sia Andrea che Davide mi rappresentano un po’: il primo è l’educatore che vorrei essere, il secondo l’adolescente che sono stato. Andrea e Davide però non sono esclusivamente costruiti sulla mia rappresentazione perché entrambi sono contaminati dagli educatori e dagli adolescenti che ho incontrato nella mia vita. Non sono infatti personaggi reali ma assolutamente realistici e verosimili.

IO: Diciamo che Andrea e Davide possiamo considerarli una sorta di te del passato e te del presente ma anche contaminati dai vari incontri fatti nella vita e questo li rende sicuramente ancora più realistici.

8-Pensi in futuro di cimentarmi anche in altri stili?

Mi piace sperimentare e percorrere nuove strade, nella scrittura e nella vita. Il prossimo romanzo (al netto di quanto il mio editore mi chiede quotidianamente più o meno indirettamente nelle montagne di messaggi whatsapp che ci inviamo) sarà un distopico. Non intendo rinnegare le tematiche di cui mi piace raccontare (le relazioni umane, i conflitti intergenerazionali, le inquietudini della vita, l’adolescenza) ma ho voglia di inserirle in un contesto differente, che normalmente amo nelle mie letture.

IO: Benissimo, i distopici solitamente rispecchiano in pieno i miei gusti personali e poi sono sicura che potrebbe venire fuori una cosa molto interessante unendola a tematiche importanti...un ben mix, quindi aspettiamo con ansia di leggerlo.

9-Per la promozione di un libro quali canali utilizzi?

La promozione di un’opera, per un autore emergente, è sempre un tasto molto delicato. Prima di incontrare la casa editrice con la quale ho in essere un contratto ho pubblicato Padri imperfetti in self publishing studiando le strategie migliori per far conoscere il mio romanzo (e commettendo probabilmente anche molti errori di comunicazione a causa della mancanza di esperienza e dell’entusiasmo che vivevo nel cercare di far conoscere la mia opera). Attualmente, grazie al supporto della casa editrice, utilizziamo tutti i canali possibili per la promozione: i social, le presentazioni e gli eventi, l’ufficio stampa che si occupa di inviare comunicati stampa e organizzare interviste ma anche la partecipazione a concorsi letterari e a progetti specifici. Ma il canale che funziona sempre meglio di qualsiasi altro è il passa parola: se hai scritto un buon libro chi lo legge e lo apprezza ne parlerà con le persone che ha intorno in modo entusiastico. Per questo il prodotto deve essere al meglio, sotto tutti i punti di vista.

10-Adesso dicci il tuo autore preferito e perché.

Sono un onnivoro per quanto riguarda la lettura ma sono tranquillo nell’affermare che il mio autore preferito è senza ombra di dubbio Stephen King. Adoro il suo stile di scrittura, la sua capacità di caratterizzare i personaggi senza mai renderli scontati e l’abilità che mostra nel costruire trame che ti tengono incollato ad ogni pagina in attesa della successiva. Racconta storie che ti entrano sottopelle e che 

11-Una citazione che ti rispecchia?

“Non esiste la fortuna. Esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità” di Seneca.

IO: Bellissima citazione e che scriverei a lettere cubitali per farla leggere a molti.

12-Concludiamo con qualche consiglio per giovani scrittori che vogliono tuffarsi in questo mondo?

Pubblicare un libro oggi è una delle cose più semplici da fare: ci sono decine di piattaforme dove puoi farlo con qualche clic o “case editrici” che in cambio di un contributo in denaro o dell’acquisto di un numero di copie ti pubblicano senza problemi. La questione, oggi, non è riuscire a pubblicare quanto riuscire a farsi leggere che è molto differente quindi ciò che viene premiato è, fortunatamente, la qualità di quanto si scrive, l’originalità, lo stile. Un consiglio che posso dare a chi vuole tuffarsi in questo mondo è di curare al meglio il proprio prodotto e di non buttarsi a pubblicare “a qualsiasi costo”.
Poi se qualcuno avesse qualche domanda più specifica può sempre scrivermi sui social e io risponderò.
Non scrivevo all’inizio nella mia descrizione che sono una persona sempre disponibile?

IO: Confermi la tua descrizione iniziale mettendoti a disposizione per consigliare altri autori emergenti, quindi alla fine dell'intervista lascerò i link dei tuoi social.

Adesso vorrei ringraziarti tantissimo per questa piacevolissima chiacchierata e soprattutto per la tua disponibilità, è stato veramente un piacere conoscerti e capire qualcosa di più di te...adesso non mi resta che tuffarmi nella lettura del tuo romanzo!

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Spero che l'intervista vi sia piaciuta e ci vediamo al prossimo appuntamento!


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